sabato 31 maggio 2008

Viecchio

Passato n’altro mese,
sempre più vecchio e sempre con meno voglia,
il fondo l’ho toccato un po’ di tempo fa.

Andammo in un paese sperzo dopo Benevento,
a senti Caparezza,


- fin qui gia la cosa è abbastanza ridicola –


Dopo varie peripezie,
(non le scrivo perchè mi sfastareo,
vi accenno solo che c’erano per mezzo:
un preveto, PadrePio che sciava,
e una giungla infestata da bigfoot, forse no ma anche si)
arriviamo.


Come tutte le feste di paese,
i viecchi senza scuorno stavano in prima fila,
senza sape manco di che si parlava,
ncapa a loro volevano balla il liscio, mi sa;


Poi stavano i uaglincielli, che da veri alternative-di-sta-ceppa,
pogavano e poi fetavano di surore,
i vecchi, capita la mala parata, indietreggiano.


Io in quel frangente non sapevo che fare, il giovine, che ancora per poco,
anagraficamente sono;
o il viecchio, che mi sento essere?


Scelgo, indietreggio.



Dopo questo allegro fattariello,
ritornano a gran voce i mei:
“dialoghi con creaturi scassacazzo”


*beeeeeeeeeeeep* (il suono del citofono)
Creaturo “ possiamo prende il pallone”

MeRe “aspettate che mo vengo”


Cambio scena, il MeRe esce fuori casa,
il pallone sta sul balcone


MeRe “quante volte ve l’ho detto che non dovete gioca qua fuori?”


Creaturo “stavamo dall’altra parte, ha sbagliato a tirà ed è arrivato là”


MeRe “scusa mi ero scordato, che tu sei Mark Lenders”

“non dovete butta il pallone qua, che glie li faccio mangia al cane”


Creaturo “ma noi non giochiamo mai qua fuori”


MeRe “ma se sentivo le pallonate sul cancello da sopra”
“che cazzo di educazione che tenete”

Notare la parlata fina, che uso coi creaturi.
Dopo ho liberato il cane, il creaturo si è cacato sotto, ma il pallone glie l’ho dato.
In fondo sono una pessona pebbena.